Agónia…la città scomparsa
Agónia…la città scomparsa con l’Artigianale del Grillo
Il 4 gennaio 2017 alle ore 21,00, nella sala consiliare del Comune di Auronzo di Cadore, si è tenuta la presentazione della scoperta della mitica Agónia la città scomparsa dopo l’invasione delle orde barbariche che l’hanno distrutta.
Una ricerca che Giuseppe Pais Becher ha effettuato in oltre 15 anni, nei polverosi archivi per cercare gli antichi manoscritti, e sul territorio per capire se la memoria degli anziani, ancora una volta avesse trasmesso la vera storia di Auronzo e di tutto il Cadore.
I Relatori sono stati l’archeologo Antonio Persichetti e Giuseppe Pais Becher che hanno attratto e incuriosito il pubblico e alla fine della serata non poteva mancare anche una piccola degustazione della nostra birra assieme ad Alpstation Lavaredo e Archetipo srl.
Dal corriere delle Alpi…
Giuseppe Pais Becher è un fiume in piena, al punto che risulta un’impresa seguirlo nella sua appassionata arringa senza perdere il filo del discorso. Ha quarant’anni, è nato e cresciuto ad Auronzo, ed è il titolare di un’attività commerciale proprio a Cima Gogna. Segni particolari: smisurata passione per la storia del Cadore.
«Tutto merito di mio padre», racconta. Una passione maturata già alle scuole elementari, «studiando il mito di Attila. Fu quello il colpo di fulmine». Nella vita quotidiana Giuseppe, oltre a gestire un negozio, è maestro di sci e alpinista, «insieme al mio papà a dieci anni avevo già scalato le Tre Cime di Lavaredo», annuncia orgoglioso. Eppure la passione per la storia non lo ha mai abbandonato diventando quasi un’ossessione: «In molti mi consideravano un pazzo, convinti che il Cadore non avesse un passato. Io invece ero convinto dell’esatto contrario, ed oggi finalmente ho la possibilità di dimostrarlo», prosegue Giuseppe. Sensazioni impossibili da spiegare quelle che lo hanno spinto ad intraprendere un cammino incredibile alla scoperta della storia del Cadore partendo proprio da Cima Gogna. «Nel 2001, facendo una passeggiata nel bosco con mio padre, ho rinvenuto due enormi chiavi di forma stranissima», racconta, «erano di epoca romana risalenti a 2000-2500 anni fa, e se ne conoscono appena ventisei esemplari nel mondo».
È qui, alle falde del monte Piedo che sovrasta la galleria del Comelico, che prende corpo la storia millenaria cadorina portata a conoscenza dei suoi abitanti mercoledì per la prima volta in una veste tanto variegata quanto minuziosa.
«Scoprire che il Cadore ha una storia alle sue spalle lo ritengo motivo di grande orgoglio», aggiunge Giuseppe Pais Becher, «i miei studi affermano che il Cadore era più importante duemila anni fa che adesso. Oggi abbiamo perso quasi tutte le antiche tradizioni che hanno caratterizzato il nostro passato, un patrimonio che avemmo dovuto salvaguardare. Sarebbe stato il modo migliore per dimostrare il grande amore per la nostra terra. Proprio l’amore smisurato per la mia terra ha scandito ogni momento del percorso di studi intrapreso. Io sono così, ci metto anima e corpo nelle cose che faccio; e, quando dai tutto te stesso, i risultati non possono che essere positivi».
Determinante nel raggiungimento dell’obiettivo per Giuseppe Pais Becher è stata la conoscenza dell’archeologo Antonio Persichetti, fedele compagno di viaggio dal 2009 all’autunno scorso, quando dagli scavi emerse parte della torre di guardia settentrionale del castello di Agònia, straordinaria scoperta che rappresenta la migliore chiusura del cerchio dopo sedici anni di studi.
«Io non sono laureato, sono un semplice appassionato di storia», sottolinea Giuseppe, «ecco perché, dopo aver raccolto parecchio materiale, nel 2009 ho deciso di proseguire il cammino avvalendomi del sostegno di professionisti specializzati. Ad Auronzo ho conosciuto Antonio Persichetti che ha sposato senza indugiare la causa di Cima Gogna».
I primi scavi (tecnicamente “saggi”) vennero effettuati nel 2009 nella stessa zona dove Giuseppe rinvenne le due chiavi. Parallelamente ad una storia più antica, nel frattempo si fece largo tra le carte in possesso di Giuseppe una Cima Gogna più vicina ai giorni nostri, meta di richiamo turistico grazie alle sue acque termali ma anche luogo strategico sotto il profilo militare simbolicamente rappresentato dai tre ponti.
«Oggi abbiamo un quadro di Cima Gogna ben delineato», conclude Giuseppe
Pais Becher, «testimonianza diretta di 2000 anni di storia cadorina che oggi custodisco gelosamente all’interno del mio negozio che funge anche da museo e luogo d’incontro e confronto. Luogo dedicato al business, ma che intende lasciare un segno tangibile per il territorio». (dierre)